Per molti anni le istruzioni per la realizzazione dei modelli si limitavano ad una rappresentazione prospettica del modello ed al massimo a qualche dettaglio delle parti in movimento o nascoste. Fu Meccano che nel Book N.1 del 1916 aggiunse un testo abbastanza consistente alle figure dei due modelli che avevano vinto il Concorso del 1915-6 e cioè il Meccanografo ed il Loom. Seguiranno molti modelli negli anni ’10 ed i primi anni ’20 che per complessità di costruzione verranno corredati di figure di dettaglio e di un testo; sono modelli relativi ai due set più grandi il N. 6 ed il N. 7; queste spiegazioni dopo il 1923 spariranno dai manuali ove rimarrà il solo prospetto del modello con un testo che avverte il lettore che le istruzioni ed i dettagli si comprano a parte e sono i famosi SML Super Model Leaflets.
A casa Märklin all’inizio nel 1919 sostanzialmente si clonano i manuali Meccano, ma con la produzione delle scatole complementari contenenti i motori o gli accessori per i nastri trasportatori o gli irrigidimenti per le strutture e gli ingranaggi, vengono introdotti dei modelli decisamente complessi con impianto elettrico, ingranaggi e strutture molto articolate, per cui la Märklin si vide costretta a corredare il modelli di un testo e di figure di dettaglio; il tutto sarà però sempre molto succinto, lasciando al costruttore una discreta libertà di realizzazione.
E’ il caso della Gru a pontone galleggiante, modello N. 779, il più complesso del manuale 76 del 1929. che necessita del set N. 6 (il più grande della Märklin) con le scatole complementari 302 (motore elettrico ed impianto elettrico) e 105/2 (elementi strutturali ed ingranaggi).
Il modello, il cui iter costruttivo descriverò nel seguito, è stato realizzato con pezzi “schwarz” e viteria in ottone originali; il motore elettrico è il lassico 301 del 1929, cavi e spinotti sono originali Märklin dell’epoca. Il modello prevede una base (il pontone galleggiante) in legno in cui inserire il traliccio che supporta la torre ed il braccio. Il motore, posto nella cabina di manovra della torre, comanda il gancio principale e la rotazione della torre, mentre il sollevamento del gancio secondario e del braccio sono comandati da due manovelle. Il traliccio di base porta in sommità un cuscinetto a sfere #95 che supporta il peso della gru ed in basso un cerchio flangiato e dentato che consente la rotazione ed evita le oscillazioni della gru, tramite due ruote dentate e due lisce, fissate alla torre. La corrente arriva la motore tramite due ghiere in ottone, non contenute nelle scatole, ma che la Märklin si impegnava a spedire a chi ne avesse fatta richiesta; su queste ghiere fissate al traliccio ed isolate scorrono due pattini #305 fissati alla torre ed isolati; due cavi con spinotti collegano i pattini alle prese sul motore. Il contrappeso è collegato al braccio con due bielle e scorre lungo la torre, mentre il braccio è comandato da una fune con diversi rinvii.
Le principali modifiche che ho apportato non hanno alterato l’aspetto estetico del modello, ma sono servite a farlo funzionare meglio, a semplificarne la costruzione ed ad aumentarne la robustezza.
Cominciamo dal pontone: il traliccio è fissato a questo con due ruote flangiate #96 e #66, che sostituiscono la piccola base quadrata garantendo che il traliccio non abbia oscillazioni, la ruota #66 serve di irrigidimento della ruota #96; l’alimentazione elettrica arriva alla ruota #96 con un polo isolato e l’altro no; un cavo collega la ringhiera #81/1, fissata al traliccio con due strisce 1306/5 isolanti, al polo isolato. Avere i due poli isolati, come previsto nel manuale, è inutile visto che le piastre esterne del motore elettrico Märklin sono a massa (-), per cui la semplificazione era dovuta.
Continuiamo con il supporto rotante, in cui la ruota flangiata e dentata (#66 + #89/66) del traliccio è contrastata da quattro ruote fissate al grande cerchio #68; ho sostituito le due ruote #21 di 38mm con due ruote dentate (#22 + #89/22); il risultato è stato un movimento più continuo e l’assenza di oscillazioni della torre rispetto al traliccio.
Nella parte strutturale ho preferito controventare i quattro pilastri della torre con delle croci di sant’andrea, eliminando i numerosi tiranti e puntoni del manuale; la croce di sant’andrea, se fissata al centro, ha il vantaggio di allineare perfettamente i pilastri; ho poi aggiunto due puntoni alla base della cabina di manovra per evitarne le deformazioni verticali sotto carico; il braccio invece è praticamente identico al manuale.
Nel movimento del braccio ho deciso di usare gli assi filettati con guida scorrevole #98, presenti nel set 105, copiando un po’ la Pontoon Crane di Meccano; è bastato fissare le guide alla scatola che contiene il contrappeso (pane di piombo da 1 kg) e muovere gli assi con due corone e pignoni, il movimento del braccio è preciso e veloce. Il contrappeso è collegato alla parte superiore del braccio tramite la catena #42, che scorre su tre pulegge flangiate #20.
Modifiche alla cabina di manovra: la Märklin fornisce le istruzioni per dotare il motore elettrico 301 di due prese di moto; io le ho portate a tre per motorizzare anche il movimento del braccio.
Nelle figure seguenti sono evidenziate le quattro leve per comandare le marce A/R e per rotazione, inclinazione braccio e gancio principale.
Il modello è stato completato con i parapetti lungo i lati del pontone e delle piattaforme di manovra e di ispezione in sommità della torre, usando le ringhiere #81 di varia lunghezza; il tutto rende più realistico il modello
Nella foto finale è rappresentato il modello a costruzione finita.
Infine per coloro che volessero cimentarsi nella costruzione di questo bel modello ho tradotto in un inglese un po’ maccheronico il testo in tedesco del manuale. Nel testo i numeri tra parentesi si riferiscono a quelli riportati nelle figure, mentre il numero del singolo pezzo è praticamente identico a quello della parts list Meccano del periodo, a meno ovviamente dei pezzi peculiari di Märklin, come le grandi ruote flangiate e le corone dentate.
Il modello può essere realizzato facilmente anche con pezzi Meccano, in quanto le sole sostituzioni necessarie riguardano le due grandi ruote flangiate; peraltro la gamma di pezzi Meccano è così più vasta che di soluzioni alternative se ne trovano moltissime.